Cosa mangiare in Montenegro: 11 piatti tipici imperdibili

Sai quella sensazione quando mordi qualcosa di così buono che ti fermi a metà masticata e pensi “Ma dove diavolo ero finora”? Ecco, preparati a viverla parecchie volte in Montenegro. Questo piccolo paese dei Balcani è un po’ come quel ristorante nascosto che solo i locali conoscono – sembra insignificante dall’esterno, ma dentro custodisce tesori culinari che ti cambiano la vita.

La cucina montenegrina è un meraviglioso casino di influenze: qui il Mar Adriatico flirta con l’Impero Ottomano, mentre le montagne sussurrano ricette austro-ungariche. Il risultato? Un cibo montenegrino che non ha senso sulla carta ma funziona perfettamente nella realtà. Come il Njeguški pršut che fa impallidire il prosciutto di Parma, o quei piccoli ćevapi che sembrano innocui ma ti conquistano alla prima forchettata.

In questo articolo ti aspettano undici specialità dei Balcani che raccontano storie incredibili: il kačamak che scalda le anime montane, il burek croccante eredità ottomana, la cicvara dei monasteri, e la pljeskavica (praticamente l’hamburger prima che fosse cool). Poi c’è la riblja čorba che profuma di mare, le umili kuvana krtola, il sostanzioso balšića tava, le dolci tulumba e la rakija che… beh, quella merita un capitolo a parte.

In questa tradizione gastronomica del Montenegro troverai ricette che puoi replicare a casa, consigli per non farti fregare sui prezzi, informazioni nutrizionali (sì, anche le calorie, purtroppo) e soprattutto dove andare per mangiare davvero bene. Allaccia la cintura.

Njeguški Pršut – Il re dei salumi montenegrini

Sai quando assaggi il San Daniele e pensi “impossibile che esista qualcosa di meglio”? Ecco, preparati a ricrederti. Il njeguški pršut è quel salume che fa vacillare anche i puristi del prosciutto crudo italiano. Nato nel minuscolo villaggio di Njeguši, ai piedi del Monte Lovćen – dove la dinastia Petrović regnava quando i salumi erano ancora arte e non industria – questo prosciutto affumicato stagionato artigianale ha tutto: la DOP, la produzione biologica, e soprattutto quel prezzo che ti fa capire che stai comprando qualcosa di serio.

Cosa sapere sul Njeguški Pršut

Dove assaggiare il pršut diventa quasi un pellegrinaggio culinario, perché questo prosciutto affumicato Montenegro ha personalità. Il pršut vs prosciutto crudo? Non c’è gara: il montenegrino ha quelle note affumicate che ti ricordano che l’affumicatura non è un vezzo moderno, ma necessità montana. L’aria di Crmnica si mescola con le brezze del Durmitor creando un microclima che neanche Njegoš, il poeta-principe, avrebbe saputo descrivere meglio.

Il bello è che il pršut senza glutine è naturalmente tale – nessun additivo strano, solo carne, sale e tempo. Il prezzo del prosciutto montenegrino riflette un anno intero di stagionatura in case di pietra dove ogni prosciutto viene controllato a mano. Slow Food non a caso lo ha benedetto: qui si fa ancora come una volta.

Consigli pratici per l’acquisto

Parliamo di soldi, perché il pršut acquisto online può essere un campo minato. Il prezzo oscilla tra 15 e 25 euro al chilo – non proprio spiccioli, ma considerando che un prosciutto stagiona un anno intero nell’aria di montagna, è quasi un affare.

Dove comprare senza fregature:

  • Direttamente a Njeguši (esperienza mistica inclusa).
  • Mercati di Podgorica e Cetinje (controlla sempre la provenienza).
  • Online da produttori certificati (spedizione refrigerata obbligatoria).

Come conservare il pršut: carta pergamena, frigo tra 2-8°C, e consumalo entro 15 giorni dall’apertura. Sì, so che costa caro, ma se lo lasci andare a male ti meriti di mangiare prosciutto del discount per il resto della vita.

Kačamak – la polenta montenegrina che ti conquisterà

Hai mai mangiato qualcosa che ti fa sentire come se tua nonna ti avesse appena abbracciato? Il kačamak è esattamente questo: comfort food che non ha bisogno di presentazioni, solo di una forchetta e un po’ di dignità da abbandonare mentre lo divori. Questa polenta cremosa montenegrina a base di farina di mais e formaggio nasce nelle montagne di Žabljak e del Durmitor, dove i pastori hanno capito secoli fa che il rustico non è il contrario dell’elegante – è solo più onesto. Tradizionale, calorico, e vegetariano per natura, il kačamak è praticamente senza glutine se usi la farina giusta.

Ricetta e varianti del Kačamak

La ricetta del kačamak montenegrino è ingannevole nella sua semplicità – sembra facile finché non provi a farla e capisci perché le nonne di Kolašin e Pljevlja si tramandano i segreti come fossero codici nucleari. La polenta dei Balcani richiede pazienza zen e un braccio che non si arrende mai, perché devi mescolare, mescolare, mescolare.

La ricetta facile per preparare il kačamak? Non esiste, ma ecco il trucco: 200 g di farina di mais, 500 ml di acqua (o latte per i temerari), formaggio locale quanto basta, e un sacco di olio di gomito. Per la versione del kačamak senza lattosio, sostituisci con alternative vegetali – funziona, anche se i puristi della gastronomia del Montenegro potrebbero storcere il naso.

Ingredienti per 4 persone:

  • 200g farina di mais fine.
  • 150g formaggio montenegrino (o grana se sei in Italia).
  • 50g burro.
  • Sale, pepe, amore incondizionato.

Le calorie del kačamak? Circa 350 per porzione. Sì, è tanto, ma quando fuori nevica e hai camminato per le montagne del Durmitor, te le sei meritate tutte.

Burek – la torta salata balcanica per eccellenza

Il burek è quella cosa che ti fa capire quanto fosse geniale l’Impero Ottomano, almeno in cucina. Questa torta salata croccante viaggia da Istanbul a Sarajevo come un’ambasciatrice del gusto, conquistando ogni panetteria dei Balcani. Originariamente chiamata börek (perché i turchi sanno dare nomi alle cose), è sostanzialmente pasta fillo sottilissima farcita con feta, spinaci o carne, arrotolata come un regalo e trasformata in street food perfetto. A Kotor, patrimonio UNESCO, trovi panettieri che trattano il burek come un’arte – e hanno ragione.

Tipi di burek e come riconoscere la qualità

La ricetta del burek montenegrino varia da famiglia a famiglia, ma il principio è sempre lo stesso: pasta sottile come carta velina, ripieno generoso, e quella croccantezza che ti fa chiudere gli occhi al primo morso. Il burek con formaggio rimane il classico intramontabile, anche se oggi trovi anche la versione del burek vegano che sostituisce formaggi e carni con verdure stagionali.

Le varianti che devi conoscere:

  • Burek sa sirom: con formaggio (il re indiscusso).
  • Burek sa mesom: con carne macinata speziata.
  • Burek sa zeljem: con spinaci o cavolo.
  • Burek dolce: con mele o ricotta zuccherata (per i coraggiosi).

Le calorie del burek oscillano tra 250 e 400 per porzione – dipende da quanto sono stati generosi con il burro. Un burek di qualità deve essere dorato fuori, stratificato dentro, e mai, mai oleoso. Il burek senza uova esiste ed è perfetto per chi ha allergie, anche se i puristi potrebbero fare delle smorfie a riguardo.

Dove trovare l’autentico burek montenegrino

La regola aurea del burek è semplice: se non esce dal forno alle 6 del mattino, probabilmente non vale la pena. I panettieri seri iniziano all’alba e finiscono quando hanno finito – di solito verso le 11. Il burek congelato del supermercato? Tecnicamente è burek, come tecnicamente una cover band è musica.

Le panetterie che non ti deluderanno:

  • “Stari Grad” a Kotor: vista sulla baia inclusa, 3-5€
  • “Centar” a Podgorica: aperta 24h per i disperati, 2-4€
  • “Jadran” a Bar: specialità di pesce nel burek (sì, esiste), 3-5€

Orari da ricordare: Il burek fresco è disponibile dalle 6:00 alle 11:00. Dopo mezzogiorno stai mangiando gli avanzi, e gli avanzi di burek sono tristi come una canzone d’amore cantata male. La tradizione ottomana non merita questo trattamento.

Cicvara – il comfort food delle montagne

C’è qualcosa di profondamente consolante nel sapere che da qualche parte, nelle montagne del Montenegro settentrionale, dei monaci stanno ancora preparando la cicvara come facevano i loro antenati 500 anni fa. Questo porridge cremoso a base di farina di mais, kaymak e formaggio non è solo cibo – è meditazione liquida. Nata nei monasteri e perfezionata nelle cucine di Kolašin e Pljevlja, la cicvara è quella crema antica e nutriente che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande. Monastica nel suo minimalismo, sostanziosa nella sua bontà.

La storia monastica della Cicvara

La ricetta tradizionale della cicvara è un miracolo di semplicità che richiede la pazienza di un santo. Non a caso nasce nei monasteri di Ostrog e nelle vallate della Morača, dove i monaci hanno capito che la spiritualità passa anche dallo stomaco. La cicvara vegana è possibile (sostituisci il kaymak con latte di cocco), anche se i frati di Tara e Biogradska Gora potrebbero considerarla un’eresia gastronomica.

Il bello della cicvara con miele è che trasforma la colazione in un abbraccio caldo – perfetto quando svegli nelle baite di montagna e fuori fa un freddo che spacca le pietre. Le calorie della cicvara? Circa 280-350 per porzione, ma quando l’hai preparata con le tue mani mescolando per 45 minuti come un mantra, te le sei guadagnate spiritualmente.

La preparazione zen:

  • Farina di mais finissima.
  • Kaymak fresco (o formaggio cremoso).
  • Latte di montagna.
  • Tempo infinito e braccia forti.

Il segreto? Mescolare sempre in senso orario – non per superstizione, ma perché così si sviluppa meglio il glutine… ah no, aspetta, la farina di mais non ha glutine. Forse è solo tradizione, ma le tradizioni esistono per un motivo.

Ricetta della cicvara per 4 anime affamate:

  • 200g farina di mais finissima.
  • 150g kaymak (o mascarpone se sei in Italia).
  • 400ml latte intero.
  • Un pizzico di sale.
  • 45 minuti di cottura lenta.
  • Fede incrollabile nel processo.

Tempo di cottura: 45 minuti di mescolamento continuo. Sì, 45 minuti. No, non puoi accelerare. Questa è meditazione culinaria, non fast food. Se hai fretta, fatti un panino.

La cicvara è quel piatto che ti insegna che la lentezza è una virtù, non un difetto. Perfetta per quelle serate in cui il mondo va troppo veloce e tu hai bisogno di rallentare fino alla velocità di un monaco che mescola farina di mais.

Ćevapi – i piccoli tesori di carne alla griglia simbolo dei Balcani

I ćevapi sono la dimostrazione che non serve essere grandi per essere mitici. Questi piccoli cilindri di carne macinata alla griglia sono sostanzialmente dei mini kebab che hanno conquistato i Balcani con la stessa efficacia di un impero, ma usando solo spezie, barbecue e la genialità di chi ha capito che l’agnello e il manzo insieme fanno magie. Da Sarajevo a Leskovac, passando per Podgorica, ogni città rivendica la paternità dei migliori ćevapi. È come le discussioni sulla pizza napoletana, solo più fumose e con più ajvar.

Il segreto per cucinare i Ćevapi perfetti

La ricetta originale dei ćevapi è come il Santo Graal della cucina balcanica – tutti dicono di averla, nessuno è d’accordo sui dettagli. Quello che sappiamo è che servono carni fresche (niente ćevapi surgelati, per favore), un mix sapiente di manzo e agnello, e brace che scottano come l’inferno di Dante.

I ćevapi con ajvar sono il matrimonio perfetto: la carne speziata incontra quella salsa di peperoni che sa di estate balcanica. Per i pigri o i disperati, esistono i ćevapi in padella, ma è come ascoltare Pavarotti in MP3 – tecnicamente funziona, ma perde l’anima.

La ricetta segreta dei ćevapi (che non è poi così segreta):

  • 300g manzo macinato fresco.
  • 200g agnello macinato.
  • Aglio tritato (quanto basta).
  • Paprika dolce.
  • Sale, pepe, e un po’ di mistero.

Le calorie dei ćevapi? Circa 45-50 per pezzo. Una porzione standard sono 8-10 pezzi, quindi fai tu i conti. Comunque dopo aver camminato per Podgorica fino al Millennium Bridge lungo la Ribnica, te li sei meritati.

I migliori locali dove gustare gli Ćevapi

I ćevapi per bambini esistono ed sono semplicemente meno speziati – stesso principio del cibo piccante indiano, solo che qui i bambini di Banja Luka e Skopje crescono mangiando ajvar come fossero ketchup. I ćevapi senza aglio sono per i deboli di spirito, ma esistono.

I templi dei ćevapi che non ti deluderanno:

  • “Kod Pera” a Podgorica: dal 1952, tradizione familiare, 6-12€
  • “Sarajka” vicino al Millennium Bridge: vista Ribnica inclusa, 4-8€
  • “Balkan Express” nel centro: aperto fino a tardi per i nottambuli, 5-10€

Cosa aspettarsi: Una porzione standard costa tra i 4 e i 12 euro, include lepinja (il pane locale), cipolle fresche, ajvar e la sensazione di aver trovato il paradiso terrestre. I ćevapi si servono caldi, fumanti, e preferibilmente accompagnati da una birra locale.

La cosa bella dei ćevapi è che non pretendono di essere alta cucina – sono semplicemente perfetti per quello che sono: cibo di strada che ti fa sentire parte della famiglia balkana, anche se sei appena sceso dall’aereo.

Rakija – il liquore dell’anima montenegrina

Diciamoci la verità: la rakija è quel liquore che ti fa capire se sei veramente amico di un montenegrino. Non è semplicemente un distillato di frutta – è un superalcolico che porta con sé storie, benedizioni, e la capacità di farti vedere la vita da una prospettiva completamente diversa. Questa grappa dei Balcani viaggia da Macedonia, Albania, Croazia fino alla Bulgaria come un ambasciatore alcolico dell’amicizia. Con gradazioni che partono dai 40 gradi e arrivano ai 70, la rakija non è un digestivo per deboli di cuore.

Tipi di rakija e degustazione

I tipi di rakija sono tanti quanto i nonni che ti raccontano come si faceva una volta. La šlivovica (dalle prune) è la regina indiscussa, mentre la komovica (dalle vinacce) è praticamente la grappa che si è trasferita nei Balcani e ha deciso di restare. La rakija tradizionale richiede anni di esperienza per essere capita – è come imparare una lingua straniera, solo che dopo un bicchiere parli fluentemente montenegrino.

La migliore rakija del Montenegro arriva dalle distillerie artigianali di Trebinje e dalle cantine Plantaže vicino al lago Skadar, dove l’uva Vranac diventa magia liquida. La rakija biologica sta spopolando tra i giovani, anche se i puristi potrebbero storcere il naso.

Le varietà che devi conoscere:

  • Šlivovica: dal sapore intenso, ti scalda l’anima.
  • Komovica: elegante come un tramonto sul Skadar.
  • Kajsijaca (albicocche): dolce e traditrice.
  • Dunja (mele cotogne): rara come un unicorno sobrio.

Il prezzo della rakija in Montenegro varia da 8 euro per le versioni commerciali a 50 euro per le riserve invecchiate che hanno visto più compleanni di te. La rakija invecchiata sviluppa quei sapori complessi che ti fanno capire perché i montenegrini la considerano arte liquida.

Dove acquistare l’autentica rakija

La rakija duty free è comoda quando parti, ma se vuoi davvero capire cos’è la rakija, devi andare alle sorgenti. Le distillerie familiari ti accolgono come fossi il figlio prodigo, ti fanno assaggiare tutto, e alla fine non sai più come ti chiami ma sai esattamente quale bottiglia comprare.

Le distillerie che non mentono:

  • “Vinarija Čelebić”: premiata internazionalmente, 15-45€
  • “Rakija Perast”: tradizione familiare dal 1800, 12-35€
  • Cooperativa agricola di Skadar: autentica come un abbraccio della nonna, 8-25€

Le gradazioni spiegate semplici:

  • Rakija giovane (40-45%): per principianti e turisti
  • Rakija stagionata (50-55%): per quelli seri
  • Rakija da collezione (60-70%): per eroi o incoscienti

Conservazione: La rakija si conserva per sempre se la tieni al buio, in piedi, e soprattutto se non la bevi tutta in una sera. Cosa che, va detto, richiede una forza di volontà sovrumana quando hai una bottiglia di komovica davanti e fuori nevica sui monti del Montenegro.

Balšića Tava – il piatto della tradizione familiare montenegrina

C’è qualcosa di profondamente rassicurante in un piatto che porta il nome di una famiglia e viene cotto nella stessa casseruola di terracotta da generazioni. Il balšića tava è quello stufato cremoso di vitello che ti fa capire cosa significa davvero “cucina di famiglia” – non nel senso trendy da food blogger, ma in quello vero, sostanzioso, montano. Nato nelle campagne di Balšići, vicino al lago Skadar, questo arrosto in panna acida racconta storie di domeniche in famiglia, quando la nonna metteva la tava sul fuoco e tutta Vranjina sapeva che si mangiava bene.

La ricetta originale del Balšića Tava

La ricetta della balšića tava è uno di quei segreti familiari che si tramandano sussurrando, come se fosse un codice segreto della felicità domestica. La cottura richiede pazienza zen e un forno che sa il fatto suo – 90 minuti a 180°C, mescolando ogni mezz’ora come se stessi dirigendo un’orchestra culinaria.

Ingredienti:

  • 1kg vitello a cubetti (scelto con cura).
  • 200ml panna acida (quella vera, non l’imitazione).
  • 2 uova fresche di galline felici.
  • Carote, cipolle, prezzemolo.
  • Una tava di terracotta (fondamentale).
  • Fede nel processo.

Il segreto? La tava di terracotta non è solo folklore – conferisce davvero quel sapore unico che le pentole moderne non riescono a replicare. È come la differenza tra ascoltare musica dal vinile o da Spotify: tecnicamente simile, emotivamente diverso.

Kuvana Krtola, un piatto di genuina semplicità

Sai quando incontri qualcuno che non ha bisogno di mettersi in mostra per essere straordinario? Le kuvana krtola sono esattamente questo: patate bollite con la buccia che non pretendono di essere haute cuisine, ma che rappresentano tutto quello che di genuino e tradizionale esiste ancora nel Montenegro rurale. Questo contorno semplice a base di burro e olio d’oliva racconta storie di tavole dove la semplicità era lusso, e dove i clan di Bjelopavlići e Zetska Ravnica hanno capito che non serve complicare le cose buone.

L’arte delle patate alla montenegrina

La ricetta delle kuvana krtola è talmente semplice che sembra uno scherzo, finché non la assaggi e capisci che la semplicità richiede ingredienti perfetti. Le kuvana krtola vegane sono naturalmente tali – niente trucchi, solo patate novelle delle pianure Vasojevići bollite con amore e condite con quello che la terra offre.

La krtola con formaggio è una variante che eleva questo piatto umile a comfort food divino – aggiungi kajmak fresco o formaggio di capra stagionato e hai trasformato un contorno in un abbraccio culinario. Quante calorie ci sono in questo piatto tipico? Circa 150-180 per porzione da 200g, ma quando le patate vengono dalla terra che le ha cresciute e le mangi con le mani ancora sporche di viaggio, le calorie diventano energia pura.

La non-ricetta che funziona sempre:

  • Patate novelle con buccia (essenziale).
  • Acqua di sorgente salata.
  • 25-30 minuti di cottura paziente.
  • Burro fuso e olio d’oliva locale.
  • Zero pretese, massima resa.

Il trucco? La buccia non si toglie mai. È lì che vive l’anima della patata, e toglierla sarebbe come leggere un libro saltando le pagine più belle.

Abbinamenti perfetti

Le patate bollite del Montenegro sono il contorno perfetto per tutto, ma soprattutto per quei piatti che hanno personalità forte e hanno bisogno di qualcosa che li equilibri senza rubare la scena.

  • Con njeguški pršut affettato sottile (il paradiso esiste).
  • Accanto a formaggi di capra delle montagne.
  • Come base per verdure grigliate.
  • Con olio d’oliva del Montenegro meridionale.

Stagionalità e prezzi: Le patate migliori si possono acquistare da giugno a settembre, quando sono ancora giovani e la buccia si toglie con una carezza. Come contorno, non paghi mai più di 2-3 euro, e spesso è incluso nel prezzo del piatto principale.

La cosa più bella delle kuvana krtola è che ti insegnano una lezione fondamentale: non serve essere complicati per essere indimenticabili. A volte la perfezione si nasconde nella semplicità di una patata bollita con la buccia, condita con burro fuso e un filo d’olio buono, mangiata con le dita mentre guardi i monti del Montenegro che si tingono di rosa al tramonto.

Pljeskavica – l’hamburger della cucina montenegrina

La pljeskavica è la dimostrazione che i Balcani avevano capito tutto dell’hamburger molto prima che McDonald’s esistesse. Questo disco di carne mista alla piastra è sostanzialmente quello che accade quando prendi le migliori parti di vitello, agnello, manzo e maiale, le mescoli con spezie segrete, e le schiacci in una forma che sfida ogni concetto di porzione ragionevole. Dalla Bulgaria alla Romania, questa specialità ha conquistato ogni angolo balcanico con la determinazione di un esercito affamato.

Varianti e preparazione della Pljeskavica

La ricetta della pljeskavica varia da città a città come i dialetti – a Novi Sad la fanno in un modo, a Kragujevac in un altro, e a Zemun giurano che la loro è l’originale. L’hamburger balcanico non ha niente a che vedere con quei dischetti tristi del fast food – qui parliamo di carne fresca macinata al momento, speziata come si deve, e cotta su piastre che hanno visto più battaglie di un generale.

La hajdučka pljeskavica è la versione “da bandito” – più grande, più speziata, più tutto. È come se qualcuno avesse preso una pljeskavica normale e avesse deciso che la vita è troppo breve per le mezze misure. La pljeskavica gigante può arrivare a pesare 300-400g – praticamente un piatto per due persone, o per una persona molto determinata.

La ricetta che non tradisce mai:

  • 40% manzo (per la sostanza).
  • 30% vitello (per la tenerezza).
  • 20% agnello (per il carattere).
  • 10% maiale (per il gusto).
  • Spezie quanto basta.
  • Coraggio per mangiarla.

Le calorie della pljeskavica variano dalle 400 alle 600 per porzione, a seconda se hai ordinato la versione “normale” o “sono qui per morire di felicità”. La salsa tradizionale che accompagna la pljeskavica è l’ajvar, che trasforma ogni morso in un piccolo miracolo di sapori.

Riblja Čorba, la migliore zuppa di pesce dell’adriatico

C’è qualcosa di magico nel modo in cui una zuppa di pesce può farti sentire il Mare Adriatico nelle vene, anche se sei nato in montagna. La riblja čorba è il brodetto montenegrino che non ha bisogno di fare la voce grossa per competere con il cacciucco toscano o la bouillabaisse marsigliese – sa di essere perfetta così com’è. Con branzino fresco, trota del lago Skadar e carpa che nuota ancora nei ricordi, questa zuppa racconta storie di pescatori che partono all’alba e tornano con reti piene di speranza e vino bianco per sfumare i sapori.

Ricetta tradizionale della Čorba

La ricetta della riblja čorba è una di quelle cose che sembrano semplici sulla carta ma richiedono l’anima di un pescatore e la pazienza di chi sa aspettare che il mare dia il meglio di sé. La zuppa di pesce del Montenegro non è mai uguale a se stessa – dipende da cosa hanno pescato stamattina a Ulcinj, da come tira il vento a Bar, e da quanto è generoso il pescatore con il suo segreto numero uno: il limone.

La riblja čorba senza spine è il santo graal per chi ha bambini o semplicemente non vuole trasformare il pranzo in una caccia al tesoro. La čorba per bambini viene preparata con sapori più delicati e pesci senza spine piccole – essenzialmente la stessa zuppa, ma con più attenzione e meno avventura.

Gli ingredienti che non mentono mai:

  • 1kg pesce misto fresco (quello che il mare ha deciso di darti).
  • 200ml vino bianco locale (il resto lo bevi tu).
  • Pomodori che sanno di sole.
  • Sedano, carote, cipolle (la santa trinità).
  • Succo di limone quanto basta.
  • Amore per il mare.

La čorba con frutti di mare aggiunge cozze, vongole e gamberi per chi non sa quando fermarsi. Le calorie della riblja čorba si aggirano sulle 220-280 per porzione, ma quando hai davanti un piatto che profuma di Adriatico e racconta storie di pescatori di Tivat, contare le calorie è come criticare un tramonto.

Tulumba, il perfetto dolce del Montenegro

Sai quei dolci che ti fanno viaggiare nel tempo e nello spazio al primo morso? Le tulumba sono esattamente questo: piccoli cilindri fritti in pasta choux che portano con sé tutto il dolce peso dell’Impero Ottomano, da Costantinopoli fino alle pasticcerie del Montenegro. Queste zeppole balcaniche (praticamente i churros che hanno studiato all’università) nascono in Turchia, si perfezionano in Egitto, e arrivano qui cariche di sciroppo alla vaniglia e limone. Durante il Ramadan e le feste del Bayram, sono il dolce che chiude ogni pasto che si rispetti.

Come preparare le tulumba casalinghe

La ricetta delle tulumba è una di quelle cose che sembra facile finché non provi a farla e scopri che la pasta choux ha le sue regole ferree. I dolci del Montenegro sono famosi per la loro semplicità ingannevole – ingredienti pochi, tecnica tutto.

La ricetta che non perdona errori:

  • 250ml acqua (non del rubinetto, per favore).
  • 80g burro vero.
  • 150g farina (quella che tua nonna terrebbe in casa).
  • 3 uova fresche.
  • Scorza di limone.
  • Un litro di pazienza.

Il trucco? L’impasto deve essere liscio come la coscienza di un santo e la temperatura dell’olio deve essere perfetta – troppo calda e bruciano fuori rimanendo crude dentro, troppo fredda e assorbono olio come spugne disperate. È una questione di timing, come tutto nella vita.